Dell’imponente Chiesa, distrutta nel disastro del Vajont, non è stato trovato né il progetto né il nome del progettista, negli archivi della curia di Belluno sono conservati una piantina e un prospetto della facciata, non del tutto rispondenti alla realizzazione.
Entrando a Longarone, fino al 9 ottobre 1963, risaltava il maestoso campanile della chiesa: alto 49 metri, aveva una cella campanaria di 5 metri. Tutte le campane furono tolte dal campanile e fuse dagli austriaci durante l’invasione del 1917. Nel 1921 furono solennemente benedette le nuove campane e dal 1958 il movimento venne elettrificato dalla fonderia Francesco Broili di Udine.
L’organo Callido, dal nome del costruttore, era situato, con ampia cantoria, sopra l’entrata principale; la grande cassa dell’organo e la cantoria erano di legno di noce massiccio. Fu costruito verso la fine del 1700 dal prof. Gaetano Callido, caposcuola dell’arte organaria veneta; era dotato di 28 registri reali per 1650 canne ed era considerato un’autentica opera d’arte. Venne inaugurato l’8 dicembre 1810, quando fu suonato per la prima volta da Antonio Zabora Bellunese.
I resti della vecchia chiesa sono oggi conservati ed esposti al pubblico nel Museo Pietre Vive.