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Dintorni

Fortogna

Il piccolo paese di Fortogna nasce in una area strategica, situato a soli 5 km dall’abitato di Longarone e a solo 2km dall’ingresso dell’autostrada A27.

Le origini di questo piccolo borgo si fanno risalire all’epoca romana: numerose sono le testimonianze archeologiche ritrovate nei secoli in seguito a costruzione e ristrutturazioni di edifici e infrastrutture. Nel tempo sono andate affermandosi le attività legate alla lavorazione del legname, ma non solo: importante fu il ruolo che assunse a livello socio economico la fabbrica tessile nata all’inizio del XX secolo nella parte dove oggi sorge la moderna zona industriale di S. Martino.
Fortogna è legata alla storia del Vajont: è in questo paese che sorge il Cimitero Monumentale delle Vittime del Vajont dove sono state sepolte le quasi 2000 vittime di quell’immane tragedia che ha segnato la vita di tutti i longaronesi.

Faè

Faè è stato paese di falegnami e boscaioli, è qui che nel secolo scorso nasce una delle fabbriche più importanti d’Italia per la lavorazione del legno, in particolare costruzione di pannelli. La Faesite, come si chiamava l’azienda, portò occupazione in tutta la vallata longaronese. Negli anni ’30 anche il Duce Benito Mussolini fece visita a questa fabbrica, fiore all’occhiello dell’Italia che incominciava a industrializzarsi. Chiuse negli anni ’70 del secolo scorso in seguito al sopravvenire della tecnica e della concorrenza.

All’inizio del secolo scorso un nobile di Longarone, tale Gustavo Protti, fece costruire nella parte più bassa del paese la sua villa, attorno alla quale realizzò un grande parco, meglio conosciuto come “la tenuta Protti”. In seguito ai viaggi che fece nel mondo, importò nel suo parco specie di piante sconosciute allora nel territorio longaronese, tra le quali un’antica sequoia. A fianco della villa venne costruita anche una chiesetta.

Nel 1963 in seguito al Disastro del Vajont la tenuta Protti e la parte bassa dell’abitato di Faè vennero spazzati via. Oggi sorge ancora la sequoia, l’unico albero sopravvissuto alla tragedia del ’63.
Non è stata ricostruita la villa Protti, ma sono ancora visibili le vecchie fondamenta. A fianco alla villa gli abitanti hanno voluto ricostruire con le loro mani la vecchia chiesetta che si affaccia sulla strada statale di Alemagna.