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Dintorni

Un paese di pietra, la pietra di un paese

Un allestimento d’effetto rende omaggio alle vicende storiche di Castellavazzo, paese che ha sempre legato la sua esistenza con la sua pietra.

Comune autonomo fino al 2013, si è unito poi a quello di Longarone usando come simbolo di quest’unione la torre della Gardona. Castellavazzo ha ottenuto la Medaglia d’oro al Merito Civile.

«In occasione dell’immane disastro abbattutosi sul suo territorio, nel quale numerose persone perdevano la vita e molti fabbricati andavano distrutti, la forte popolazione di Castellavazzo, prodigandosi nell’opera di soccorso dei superstiti e di recupero delle salme, dava fulgida testimonianza, tra l’unanime ammirazione del Paese, di mirabile fermezza d’animo e di preclare virtù civiche.» – Disastro del Vajont, ottobre 1963

Centro storico

L’abitato si estende sulla destra orografica del Piave a quota 520 m, il carattere strategico della posizione è stato motivo determinante per l’insediamento del primitivo nucleo urbano, arroccato su uno sperone roccioso. Esso costituiva luogo ideale di difesa del territorio e di controllo dei traffici che lungo la direttrice del Piave si effettuavano dalla pianura veneta verso il nord.

L’importanza militare che Castellum Leabactium conservò per tutto il Medioevo consentì al paese, via via formatosi entro le mura, di diventare il centro di una ampia circoscrizione civile ed ecclesiastica e di estendere la propria influenza su un vasto territorio.

La recente storia urbanistica ha visto l’espandersi dell’abitato ai margini del nucleo originario, rendendo possibile la salvaguardia delle peculiarità del centro storico, caratterizzato da compattezza e sviluppo verticale. L’abbondanza di cave in prossimità del paese ha fornito il materiale primario da costruzione e la competenza nella lavorazione del materiale, da parte delle maestranze locali, emerge prepotente in ogni elemento costruito, sia esso edilizio, di ornamento o di arredo urbano.

Castello della Gardona

I ruderi dell’antica fortezza (il fortilitium Gardonae) si trovano in località Gardona, a nord dell’abitato di Castellavazzo. Il luogo è facilmente raggiungibile per­correndo il sentiero che dal cementificio si snoda in quota sopra il tracciato ferroviario, ricalcando l’antico percorso della strada romana.

Eretto nel 1171 da Ottone, vescovo di Belluno, il fortili­tium Gardonae apparteneva, con il castello di San Giorgio a Soccher, al sistema difensivo della Contea di Belluno nel Trecento.

Del presidio sono attualmente visibili i ruderi della torre, di insolita pianta triangolare, che costituiva il corpo principale di un più esteso complesso. In prossi­mità dei resti del castello, a monte della strada di acces­so, si trova la cava di pietra utilizzata per la costruzione del fortilizio.

La Pietra di Castellavazzo

Una completa e rara collezione di attrezzature, fotografie, testimonianze, celebra le valenti generazioni di scalpellini autoctoni che hanno saputo esportare la loro apprezzata opera in svariate località non solo europee.

L’Associazione “Pietra e Scalpellini” di Castellavazzo si è data tra i suoi compiti costitutivi quello di attribuire un’adeguata testimonianza agli antichi mestieri di cavatore, scalpellino e delle lavorazioni della pietra, che hanno sempre accompagnato la vita di questo piccolo borgo di montagna, poiché il legame di Castellavazzo con la pietra è sancito dalla Stele Neroniana realizzata nei primissimi decenni dopo Cristo.